Il principio di umanità

Il principio d’ “umanità” è forse il più banale e, al contempo, il più difficile da descrivere fra i sette principi cardine del Movimento Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa.

Esso potrebbe essere efficacemente espresso con quello che i tedeschi chiamano Mitleid, malamente tradotto in italiano come “compassione”, ma che dovrebbe essere più propriamente espresso con “soffrire assieme”: rappresenta l’idea -tanto ben resa da John Donne con il proprio sermone “Nessun uomo è un’isola”- che noi tutti “partecipiamo dell’umanità”, condividiamo con ogni altra persona vita, gioie e sofferenze e, pertanto, sentiamo intimamente come nostre le sofferenze altrui. O dovremmo sentirle come nostre.

Il principio d’umanità esprime dunque un duplice invito: alla considerazione degli altri e all’azione. Esso ci ricorda sempre che le sofferenze altrui sono anche le nostre e ci spinge ad intervenire proteggerli, per prevenire e alleviare le loro sofferenze. E’ un invito a non restare indifferenti, una chiamata all’azione.

Il principio d’umanità nasce da questo sentimento di fraternità, un sentimento sempre potenziale e minacciato, e al contempo lo alimenta: riconosce che gli uomini condividono gioie e dolori e, nel sollecitare la cooperazione e il supporto reciproco, rinvigorisce le basi di questa stessa fraternità, perché la collaborazione avvicina gli uomini, favorisce la riconciliazione e il dialogo minacciato dagli egoismo e dai conflitti.

Spesso è facile sentirsi coinvolti dalle grandi catastrofi e farsi smuovere dalla compassione. Più difficile, invece, è riconoscere l’umanità dell’altro anche nelle situazioni più piccole e quotidiane. Magari anche “scomode”. Il principio d’umanità ci sollecita a far proprio questo.

Perché l’umanità non è a corrente alternata.

Il principio d’umanità è, come tutti i principi fondamentali, un principio severo e rigoroso, perché ogni intervento costa tempo e fatica. E richiede di superare anche qualche ostacolo personale, qualche diffidenza, qualche barriera.

Per queste ragioni, i nemici più grandi del principio d’umanità non sono tanto i conflitti o le catastrofi (che un paese “dia il meglio di sé nelle catastrofi” non significa dire altro se non che, normalmente, i suoi cittadini si guardano con indifferenza) quanto l’egoismo, l’indifferenza e lo scoraggiamento, che allontanano sempre più gli uomini gli uni dagli altri, anziché avvicinarli.

Nella pratica, il principio d’umanità richiede di impegnarsi per proteggere gli altri, ovvero per metterli –quanto possibile- al riparo ed in sicurezza da mali minacciati o reali, una protezione che deve tutelare l’uomo nella sua interezza: la vita, la salute. Si estende persino alla tutela dell’ambiente. Questa protezione implica intervento per la prevenzione dei mali possibili e per la riduzione delle loro conseguenze.

Dal principio d’umanità ha tratto origine l’intervento del Movimento Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa per l’elaborazione, la codificazione e vigilanza sull’applicazione di regole internazionali riguardanti il diritto internazionale umanitario, ovvero la condotta dei conflitti armati secondo norme tese a limitare o attenuare ogni sofferenza ingiustificata o comunque spropositata.

A.d.P.

 

Quanto sopra non è da considerarsi una descrizione ufficiale del principio di Umanità ma una libera interpretazione dei volontari del CP Padova, ispirata dai testi ufficiali di Croce Rossa.